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I tank del signor Rebaudengo

Qualche anno fa ho conosciuto a Menton Monsieur Rebaudengo, un simpatico e arzillo vecchietto il cui cognome riporta ad inequivocabili origini piemontesi. E’ tra i più bravi modellisti che abbia mai conosciuto. Per rendersene conto basta una occhiata ai suoi traini d’artiglieria, sono semplicemente maestosi. I suoi modelli sono di una straordinara precisione e quanto di più originale si possa vedere in giro. Ho subito approfittato della sua disponibilità per scambiare quattro chiacchiere rispolverando il mio miglior francese. Mi ha spiegato che riproduce soltanto veicoli dell’Armée dall’inizio della sua motorizzazione a fine ottocento, e poi in servizio al tempo della Belle Epoque e fino ai giorni nostri. La scala è rigidamente 1/35 e lavora sulla base dei disegni ufficiali dei veicoli, che ottiene direttamente dal Museo de l’Armée di Parigi (beate entrature!) che visita di tanto in tanto.

 Nella sua meticolosa autocostruzione non si limita ad usare i soliti fogli e i profilati Evergreen ma si serve di qualunque altro materiale si possa prestare utilmente ad ottenere il pezzo a cui sta lavorando. I parafanghi e i passaruote sono infatti realizzati con le lattine delle birre e mi dice che non esiste nulla di più facilmente lavorabile per ottenere le loro curvature. I fazzoletti di carta sono impareggiabili per la finitura dei teloni dei camion che completa con le loro chiusure realizzate con comune nastro adesivo e con i cavi di ancoraggio ai cassoni, che passano realmete attraverso ai passacavi. Per lui non esite nulla di troppo complicato. per costruirsi un bel veicolo. Certo, quando si è così bravi dirlo è facile, ma la naturalezza con cui si esprime fa sembrare davvero semplice ogni cosa. Mi ha spiegato quanto sia facile realizzare i passaruote, sia il destro che – capovolgendo il master – il sinistro, ma sinceramenete non mi sembrava così alla mia portata. In più, con una vena di malcelata soddisfazione, mi ha fatto notare come le ruote dei veicoli più vecchi come la Panhard del 1898 siano ottenute razza per razza. E con una precisione e pulizia sbalorditive

 

Viene spontaneo parafrasare Obélix: “E’ pazzo, questo Francese!”. Ovviamente se sono visibili dall’esterno, dota i suoi veicoli dei loro dettagli interni completi, e se non ti basta ancora, i cingoli sono fatti a mano maglia a maglia e sono funzionanti con tutto il loro treno di rotolamento, i meccanismi dei veicoli soccorso sono realmente funzionanti come al vero e per finire le fanalerie dei veicoli più anziani sono ovviamente in lamierino di ottone. Avendo una tale abilità manuale e conoscenza dei veicoli reali è logico che le sue realizzazioni non derivino dai banali modelli “commerciali”. Quello che vedi nelle sue teche (sorry per i riflessi di luce sul plexiglass) sono autocostruzioni totali o al più profonde elaborazioni di modelli esistenti sul mercato. Ma in questi (peraltro rari) casi i kit i devono aver passato un meticoloso esame della loro fedeltà agli originali. I diversi colori delle targhette indicano il tipo di realizzazione: autocostruzione totale o parziale, elaborazione o altro. Non mi è rimasto che dirgli che mi era venuta voglia di andare a nascondermi e buttare via i carri che ho in vetrina, ma lui bonario e senza tirarsela per niente si è fatto una bella risata alla Fernandel e mi ha ricordato che ora che conoscevo i suoi segreti anche io potevo farmi i miei supercapolavori. Complimenti Monsieur Rebaudengo et à bientot!